ActionAid, “Può bastare una pizza a salvarti la vita?”



redazione
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La campagna Call4Margherita per chiedere strumenti migliori contro la violenza sulle donne

In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ActionAid ha lanciato la campagna Call4Margherita, che si ispira alla storia di cronaca della scorsa estate della donna che ha chiamato la polizia fingendo di ordinare una pizza per denunciare il compagno violento.  

Quella storia è andata a buon fine e l’uomo è stato arrestato, ma è emblematica del fatto che oggi in Italia non ci sono gli strumenti necessari e le risorse sufficienti per contrastare la violenza di genere.    

Margherita è il nome simbolico che ActionAid ha deciso di dare a quella donna, perché rappresenta tutte le donne che ogni giorno rischiano di non trovare aiuto. Ma è anche il nome della pizza che, diventa con la campagna Call4Margherita un simbolo di protesta per chiedere soluzioni migliori nella lotta alla violenza. 

Il nostro Paese rischia infatti di chiudere sempre più porte di fronte alle donne. I fondi per i centri antiviolenza impiegano anni ad arrivare a destinazione. Le reti territoriali non sono ben funzionanti. Non esistono procedure operative condivise da usare in tempi ordinari né tantomeno in quelli straordinari, come l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Servizi sociali, ospedali e uffici giudiziari non sempre hanno personale formato ad accogliere le richieste di aiuto delle donne. 

Con la campagna Call4Margherita ActionAid vuole lanciare un messaggio forte alla politica perché il nostro Paese ha bisogno di un sistema antiviolenza funzionante e duraturo. 

La campagna intende anche sostenere concretamente i centri antiviolenza, grazie ad un contributo che chiunque può dare ordinando una pizza Margherita fino al 2 dicembre presso le pizzerie aderenti oppure donando online sul sito actionaid.it/call4margherita. Le donazioni andranno infatti ad alimentare il Fondo di pronto intervento #closed4women, che ActionAid aveva attivato durante il primo lockdown e che quindi rilancia in questa nuova fase pandemica per continuare a fornire sostegno alle strutture di accoglienza che, a causa del Covid-19, si ritrovano ancora ad affrontare spese straordinarie per garantire l’operatività dei centri e il sostegno delle donne assistite. 

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