Tra retorica e realtà. Dati e proposte sul sistema antiviolenza in Italia



redazione
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Anche quest’anno ActionAid ha monitorato le risorse allocate annualmente per il potenziamento delle strutture antiviolenza in Italia1, ampliando l’indagine all’intero sistema antiviolenza italiano e prendendo in esame anche l’impatto che l’emergenza sanitaria ha avuto sulle strutture antiviolenza e sulle donne assistite. 

Cosa è emerso? 

Il monitoraggio 2020 ha restituito una fotografia del livello di impegno che le istituzioni nazionali e regionali hanno messo in campo nell’ultimo triennio per rafforzare il sistema antiviolenza italiano. Sebbene alcuni miglioramenti siano stati registrati nel corso degli ultimi anni, permane ancora un’ampia distanza tra quanto previsto dalle norme nazionali e internazionali e quanto attuato nella pratica quotidiana. Lo ha dimostrato con inequivocabile evidenza l’emergenza sanitaria da Covid-19 che, come una cartina tornasole, ha messo in luce la fragilità di un sistema ancora troppo spesso caratterizzato da difficoltà gestionali, economiche e di coordinamento a vari livelli istituzionali. 

Il Piano strategico nazionale contro la violenza maschile sulle donne 2017-2020 è in scadenza ma, dall’analisi della documentazione resa disponibile, la sua attuazione risulta essere incompleta e la promessa trasparenza dei processi e delle decisioni che lo riguardano non rispettata. 

L’analisi dello stato dell’arte rispetto ai fondi nazionali ha evidenziato un parziale miglioramento rispetto ai tempi di erogazione. Tuttavia, le risorse continuano ancora ad impiegare una media di un anno a mezzo a giungere nelle casse dei centri antiviolenza, un tempo francamente inaccettabile per chi deve quotidianamente garantire l’apertura di un presidio territoriale fondamentale per le donne. 

Il monitoraggio dei fondi antiviolenza 2020 ha messo chiaramente in luce, ancora una volta, l’urgenza di rafforzare il sistema di prevenzione e di protezione italiano, migliorando e sistematizzando i meccanismi di coordinamento e gestione delle politiche e degli interventi a livello nazionale e locale, anche attraverso una dotazione finanziaria adeguata e la pronta erogazione dei fondi già nelle disponibilità di chi è deputato a farlo. Non è un’evidenza nuova rispetto al passato. Tuttavia, è un dato che non può più essere ignorato. La responsabilità di dotare l’Italia di un sistema pienamente funzionante è prioritariamente istituzionale, perché la prevenzione della violenza maschile e la protezione delle donne che la subiscono sono obblighi da assolvere quotidianamente e non scelte variabili in base alle sensibilità individuali e/o partitiche di chi temporaneamente è al potere. 

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